mercoledì 4 aprile 2012

Pizzi e merletti

Oggi mi dedico alla storia della moda, più precisamente alla storia... del pizzo.

Probabilmente il termine "pizzo" deriva dalla somiglianza tra le dentellature che il filo compone e le vette delle montagne.
 Il sinonimo "merletto" invece, fa riferimento ai "merli", elementi architettonici delle torri medievali .



Modello rosso mattone con sfumature terra di Siena bruciata, adatto per feste da ballo e gelide serate al castello.

Attorno alla nascita del pizzo si racconta una leggenda: una bellissima ragazza, per salvare il padre molto malato, offrì alla Madonna il voto di rinunciare all'amore per il suo fidanzato artista. Il padre si ristabilì e la fanciulla si incontrò col giovane per rivelargli la triste nuova, mentre piangevano per l'amara sorte sul grembiule della giovane cadde una ragnatela dall'intreccio bellissimo, tanto raffinato che la ragazza decise di riprodurlo al telaio. Così nacque il primo pizzo di Bruges (ovvero i centrini che tutte voi avrete visto sotto qualche vaso della nonna), che ebbe un grande successo fra tutte le dame della città. L'inaspettato happy ending ci rivela che dall'albero da cui era caduta la ragnatela cadde una seconda tela che decretava lo scioglimento del voto della ragazza.


Ovviamente non è l'esempio che esplica meglio il tipo di pizzo però mi piacevano un sacco questi guantini


Una versione meno romantica ma più storicamente attendibile vuole che il pizzo sia nato dagli esperimenti delle ricamatrici veneziane che, ispirandosi al ricamo a fili tolti, iniziarono a togliere  fili dalle tele e ricamare il tessuto restante con il punto a festone ( la tecnica in cui si conserva lo scheletro in tela si chiama "reticella" quella in cui si usa solo un supporto temporaneo "punto in aria").


Nel caso qualcuno di molto molto ignorante (tipo me) non sapesse cos'è il punto a festone



Un'altra tecnica per lavorare a mano il pizzo è quella dei fuselli, è una tecnica di troppo complicata esplicazione per le mie ridotte doti di esposizione. Limitiamoci alla sua particolarità, che consiste nell'uso di questi rocchetti per lavorare i fili in modo che non si ingarbuglino.
Si pensa che questa tecnica abbia origine nell'ambito della tessitura della passamaneria, ma non è da escludere che sia un'evoluzione di quella adottata per tessere le reti da pesca.


Deve essere un lavoro certosino :S

Il pizzo si diffuse dall'Italia in Europa, in particolare in Francia e in Germania, fino a diventare un'accessorio irrinunciabile per ogni abito che volesse essere considerato elegante.
La diffusione fu tale che la lavorazione del merletto passò dall'essere prerogativa delle giovani nobili virtuose, allo svolgersi in laboratori popolari, sorti in tutte le città.

Il prezzo era elevato e i Paesi in cui se ne faceva ampio uso, come Venezia o la Francia, vararono leggi per proibirlo (o almeno limitarne l'uso) come prevedibile questo ne incrementò il fascino trasformandolo alla fine del XVI secolo in un vero e proprio status symbol.


I nobili arricchivano colletti e gorgiere con pizzi e merletti, un'amante di quest'accessorio fu la regina Elisabetta I 

Qui ci troviamo davanti ad un'esempio della teoria che sostengo dal primo post: nel 1600, come per l'arte e per la letteratura, anche nel mondo della moda si diffuse lo stile barocco, che ebbe la sua espressione merlettiana nel "gros point de Venise".


Metto immagini di tutto, magari funziona come coi libri di testo: più figure ci sono più si legge facilmente 


Napoleone vide le potenzialità economiche della produzione del merletto in un periodo in cui lo si stava demonizzando, così, per rivalutarne l'uso, ordinò splendidi manufatti per la moglie Giuseppina, peccato che decise di stufarsi di lei prima che essi fossero ultimati, e, dato che "non si butta niente", ai capi furono sostituiti i monogrammi con quelli della nuova moglie Maria Luigia d'Austria, che si beccò non solo il marito ma anche i vestiti "firmati" della povera Giuseppina.


Chissà se in questo ritratto indossa i pizzi della sfortunata Giusy

Insomma da quando il pizzo ha fatto la sua prima comparsa nella scena del fashion design mondiale nobili, ricchi e potenti di ogni genere non hanno saputo resisterne al fascino. 
Il pizzo ha ispirato per tutto il secolo scorso capi e intere collezioni dei più bravi stilisti del mondo, da Dior a Valentino, passando per Burberry e YSL.


Abito di Chanel del 1937

Il pizzo (come ho scoperto oggi) sembra essere un "must" di questa stagione e della prossima, come testimoniano le passerelle (e gli articoli di Vogue):

Alexander McQueen (a/i 2012/13)

 Miu Miu (p/e 2012)

 Alexander McQueen (a/i 2012/2013)
 Alexander McQueen (non saprei se estate o inverno)

 Bottega Veneta (a/i 2012/13)

 Alberta Ferretti (a/i 2012/13)

Blugirl (a/i 2012/13)

Mi piace moltissimo che il pizzo possa rendere ogni donna, a seconda del capo, femme fatale, baboline bon ton, romantiche dive dei decenni passati. Si trasforma e trasforma chi lo indossa. Questa caratteristica mi ricorda.. me. No non che io possa essere indossata, ma l'essere polimorfi.

Ed è ovviamente, in fine, diventato oggetto dell'opera esperta dei marchi low cost come Zara e H&M


Questo è di Bershka e, ammettendo di avere 1 km di gambe, è parecchio carino

 Pantaloncini Bershka  19,90 euro

 Abito H&M 19,90 euro

 Abito H&M 29,90 euro

Gonna H&M 39, 95 euro

Possiamo annoverare il pizzo fra i migliori (fashion) amici delle donne, perché è elegante e malizioso, e non c'è bisogno che vi descriva io tutte le palesi doti di questo tessuto, non per ultimo il fatto che è adatto a (quasi) tutte.

Certo poi non tutte hanno gusto...


E dato che ero ispirata, anche io oggi sono andata in università con addosso qualcosa di pizzo (forse era meglio di no, ma ormai è fatta) vi mostro la mia insalata di pezzi di oggi:



Quel libro è li che aspetta, spero sempre di scoprire che è scomparso ma niente.


 Meglio rimetterlo a posto và.


Dettagli tecnici: la giacca è di Bershka, presa con i supersaldi invernali dell'anno scorso, è diventata una delle mie preferite da subito. La maglietta  pizzosa non saprei, fa parte del mio guardaroba da che ho memoria, forse era di extin però non ci giurerei, la gonna è un acquisto degli ultimi saldi a 3 euro da Bershka mentre la collana è un regalo dei miei per natale ed è della Pinko, è bellissimissima, ma vivo nel terrore che si spacchi e costosissime perline rotoli in ogniddove.

Con questa foto, che rappresenta bene il pentimento per avervi sottoposto ad un tale strazio ( no, non mi riferivo alle foto, ma alla lunga digressione storica..), vi  saluto

A presto.
A.

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